martedì 11 marzo 2014

Quote Rosa? No quote Tafazzi

Qualche giorno fà Michele Serra lo ha scritto molto bene. Nessuno può essere favorevole ad una parità di genere prevista per legge, in un mondo normale è assurdo; ma noi non viviamo in un mondo normale dal punto di vista della parità, lo vediamo in tanti aspetti della vita odierna, da quelli più truci ed odiosi dei maltrattamenti familiari, addirittura dei femminicidi, a quelli legati alla presenza di donne nei CdA aziendali, anche come Dirigenti nel privato e nel pubblico, fino ad arrivare all'assurdo che una donna è pagata meno di un uomo per svolgere un lavoro identico. In un mondo così, quindi, non fà eccezione la Politica, anzi ... e quindi una legge sulla parità di genere nelle liste, seppure assurda, è necessaria, almeno per ora.

Detto questo però, non tutti siamo uguali. Io sono orgoglioso di far parte di un Partito che queste scelte le ha messe nel suo Statuto e che le pratica costantemente. Mi dice chi entra alla Camera dei Deputati e, ancora di più, al Senato della Repubblica che c'è una grande differenza guardando l'emiciclo da Destra a Sinistra. A Destra le donne sono l'eccezione, qualche mosca bianca, a Sinistra sono la metà ... e questo è grazie a quell'articolo dello Statuto del PD.

Allora, lo dico anche alle donne del PD, non facciamoci raccontare la favola che ieri, i Parlamentari Tafazzisti del nostro Partito che hanno votato contro la parità di genere, lo abbiamo fatto per difendere la loro poltrona, perchè non è così, per il nostro Statuto, per come sono stati eletti anche loro, non è così. La mossa di ieri, almeno da parte di quei 50/60 deputati, poco ha a che fare con le battaglie sulla parità, ma molto di più ha a che fare con un "segnale", un "messaggio", dato in segreto al Presidente del Consiglio e Segretario del loro Partito: "alla fine, in Parlamento ci siamo noi e se vogliamo le tue riforme non passano".

Che ci sia all'interno del PD, soprattutto nei gruppi parlamentari eletti un anno fà con le liste bloccate, un'ostilità di fondo (direi reciproca)  verso il Presidente del Consiglio mi pare abbastanza evidente e fra l'altro Matteo Renzi poco fà per dissimularla. Ad alcuni Parlamentari questo iper attivismo non può piacere, mette in evidenza, probabilmente, un iper immobilismo precedente. A me pare chiaro che il voto di ieri, più che un voto contro le donne, sia un voto di avvertimento contro un uomo e per questo ancora più grave ed autolesionistico.

Ci sarà, spero, l'opportunità di modificare la legge al Senato, anche se questo ne farà ritardare l'approvazione ... direi che per un principio del genere ne valga la pena. Ma la sensazione che, alla prima occasione, ci si infili in un trappolone da vecchia politica, quella rimane tutta; credo che Renzi ne sia consapevole e spero che sappia trovare le giuste contromisure, perchè questa, per il PD, è veramente un occasione irripetibile per riformare il paese.


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